di
verde prato senza rugiada-
quel
parto mai nato
in
quel lembo di terra sconosciuto-
un
ruscello gelato dal freddo
insieme
all'inverno, senza vedere mai una viola-
la
tempesta del Leopardi, mancante
di
via d'uscita, che sconfina nella quiete-
il
punto esclamativo con quello di domanda
all'infinito,
scritto su fili di vento-
un’ombra
visibile sul viso
che
incipria e graffia il sorriso-
quella
mano toccata e non raggiunta
del
giorno di ieri-
un
Natale con la minuscola
senza
festa né prima né dopo-
una
cima del precipizio
irto,
silenzioso e assassino-
un
angolo di cielo schiaffeggiato dalle stelle
mai asciugate.
L'eco del silenzio
si ascolta,
urla si strozzano in un respiro
e lì, nelle grotte,
esalano.
L'eco del silenzio
si ascolta,
urla si strozzano in un respiro
e lì, nelle grotte,
esalano.
maledette
e scacciate, per la tua presenza.
Ed
io qui intono quelle note
di
una lunga notte, che sta passando.
Motivazione:
Ci si interroga su questo testo, sulla vita mancata, cercando disperatamente di
dare un senso e una nuova forma a “quel parto mai nato”, ad una disperazione
che non trova pace, aspettando che la notte passi.
Paola
Bosca.
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