Come grattacielo
che accarezza le stelle
e raschia il manto grigio
quando le copre.
Il suo ergersi dritto
come stelo
a cercare la luce,
che riflette sulle vetrate,
diventando specchio,
il cui riflesso scotta.
Come i suoi numerosi piani
raccontano di umani,
di frenetici corridoi,
calpestati da pensieri appesi
e, sui lati, stampe immobili
che niente inquadrano.
Come la scossa
che le pareti del corpo vibra,
sradicando fondamenta.
Come la bomba
che urlando esplode
che il centro sposta,
il dentro devasta.
Frantumi di immagini,
schegge di vita,
brandelli di pelle,
cataste di ossa,
ora, sull'asfalto
e sul suo manto grigio,
si adagiano,
scoperti,
in attesa
di un lenzuolo bianco.
P.Sviben
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