venerdì 18 novembre 2016
SENZA PELLE (PAOLA SVIBEN)
Buco smanioso
spasma lo stomaco,
come pianta carnivora,
mi divora.
Incredulo stupore,
domande appese
nell'attesa.
Punti di emozioni
interrogano,
aspettando l'esclamazione.
Dubbio dell'essere mio
non conosciuto,
riconosciuto,
compreso.
Colpa non commessa,
sbaglio rivolto
verso l'altrui bene.
Rinuncia a parti di se,
alle proprie accorate radici,
a beneficio di chi
è parte di lui.
Consapevolezza
di responsabilità inconsapevoli
in chi amo,
dei suoi limiti
ed essere asta che spinge al salto
per superarli,
per diventare l'uomo a cui ambisce.
Timore che il sogno
muti aspetto,
che il progetto rinunci.
Paura irrazionale che la non vita
vinca.
Speranza di essere ascoltata,
con i sensi sentita,
non fraintesa,
disillusa
o lasciata lì,
in attesa di un lieto fine che non c'è.
Il rischio esiste,
così come la paura
che questa volta, proprio questa,
la delusione sia cocente
fino ad ustionare me
che sono senza pelle.
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